In una località non ben determinata, ma collocabile nei pressi del nostro centro, alcuni studiosi pongono la famosa battaglia nella quale Caio Mario sconfisse i Cimbri, scesi in Italia dal nord alla fine del II secolo a.C. Entrata a far parte della Repubblica romana e poi dell’Impero, durante la dominazione longobarda, Sona fu inserita nella “Giudicaria gardense”, sistema amministrativo e giuridico dell’area gardesana.
Durante il XII secolo il territorio sonese fece capo all’autorità comunale – a tale periodo risalgono le prime citazioni del nome di “sona” presente in atti di compravendita di terreni in particolare da parte dell’importante Monastero di San Zeno – passando poi nel XIV secolo alla signoria scaligera; gli Scaligeri potenziarono le difese in tutta la zona: una di queste costruzioni è la Torre Scaligera di Palazzolo, oggi di proprietà del Comune, che svetta con i suoi merli al centro della frazione. Verso il Cinquecento, sotto la Repubblica di Venezia, iniziò quel grandioso processo di trasformazione economico-sociale che vide la riorganizzazione della proprietà terriera nelle mani di pochi signori: grandi estensioni di terreno furono recintate, coltivate, canalizzate ed arricchite con la piantagione di nuovi alberi; fulcro della proprietà era la “villa” costituita dalla casa signorile e dalle abitazioni dei contadini, simbolo, questa, di una nuova organizzazione produttiva fondata sulla policoltura attuata parte in economia, parte ceduta a mezzadria o ad affittanza.
La storia ha lasciato tracce cospicue in questi territori con le guerre di Indipendenza, di cui ancor oggi rimangono numerose tracce e documenti inediti il cui studio non manca di arricchire la conoscenza degli eventi e delle ragioni del Risorgimento italiano. Nel 1848, dopo gli scontri di Goito, Curtatone e Montanara, il generale Radetzky scelse il tratto tra Sona e Custoza per tenere uno sfondamento. La seconda grande battaglia di Custoza interessò un ampio raggio di territorio compreso nel Comune, coinvolgendone gli abitanti e lasciando le inevitabili distruzioni. Tra i tesori di storia e d’arte presenti nel Comune sono da ricordare la Chiesa di Santa Giustina a Palazzolo, costruzione romanica posteriore al Mille, la pregevole Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta, costruzione in ciottoli del XIII secolo e la Parrocchiale dei Santi Giacomo e Giustina, a Palazzolo, eretta fra il 1813 e il 1821. Ricordiamo anche Villa Schizzi Fiorini, a Palazzolo. Le corti rurali, sparse su tutto il territorio, rappresentano in un certo senso il corrispondente “povero” delle ville: testimonianza di un passato legato alla terra e al lavoro dei campi.
Nell’ultimo periodo il territorio fu sistematicamente e razionalmente irrigato e coltivato – con esiti economicamente importanti – a vite, pesco ed olivo; la seconda parte del Novecento ha visto lo svilupparsi nel territorio comunale della piccola industria, del commercio e delle molte attività appartenenti al settore terziario. (Notizie tratte essenzialmente da “Il Veneto Paese per Paese” e “Verona e i suoi Comuni”).
Lo Stato italiano con Regio Decreto del 09.12.1941 assegnò al Comune di Sona uno stemma e un gonfalone aventi le seguenti caratteristiche:
A) STEMMA. Incappato: al 1° di rosso alla tromba antica d’oro posta in sbarra; al 2° d’argento alla torre al naturale; al 3° di rosso alla tromba antica d’oro posta in banda, Capo del Littorio di rosso (porpora) al Fascio Littorio d’oro circondato da due rami di quercia e d’alloro annodati da un nastro dai colori nazionali.
Il Gonfalone del Comune è costituito dallo stemma del Comune su campo bianco alla bordura di rosso riccamente ornato di ricami d’argento con l’iscrizione centrata in argento Comune di Sona.
Pagina aggiornata il 15/11/2024